Influenza del passato e problemi attuali

influenza del passato

Influenza del passato e problemi attuali

In che misura l’influenza del passato incide sulle nostre vite? E’ innegabile che siamo anche passato. In fondo, apprendiamo e manteniamo in memoria conoscenze acquisite nel tempo e riattivabili in risposta a stimoli attuali (Young et all., 2003). Se non potessimo far affidamento su apprendimenti passati, “[…] saremmo condannati a vivere nel ‘presente capzioso’ e i nostri orizzonti sarebbero limitati a pochi momenti” (Baddeley, 1990, p.167). Apprendiamo anche strategie di gestione delle emozioni che, a seguito del loro successo e della frequente ripetizione, divengono automatismi inconsci che possiamo riattualizzare (Scilligo, 2009). Alcuni tipi di apprendimento, poi, avvengono attraverso condizionamenti, che vedono coinvolta la cosiddetta via “bassa” o talamica e in cui riveste un importante ruolo una struttura del nostro sistema nervoso, chiamata amigdala. Tali apprendimenti possono durare anche tutta la vita (Scilligo, 2003). Sembra ragionevole affermare, dunque, che ciò che apprendiamo in passato possa avere un’influenza anche dopo.

Ricostruttori inconsapevoli del nostro passato

Non siamo meri ricettori passivi di un passato che ritorna. Può essere utile una breve digressione filosofica. Secondo S. Agostino, esisterebbe solo un tempo, il presente, in cui trova spazio il passato (attraverso il ricordo) e il futuro (attraverso l’attesa e la previsione). Quindi, passato, presente e futuro non sembrano avere confini netti se non nel nostro modo di concettualizzarli. Pertanto, siamo noi che decidiamo, in una certa misura, che rilevanza dare all’influenza del passato. Se nel presente continuiamo a dire che, a causa di questo o quell’avvenimento oggi ci comportiamo in un dato modo, stiamo creando il passato nel presente attraverso il ricordo. E lo manteniamo intatto, cristallizzato, immodificabile. Ora, anche volendo ignorare S. Agostino e ritenere che le esperienze passate abbiano un’influenza diretta e inevitabile sul nostro comportamento presente, non possiamo non considerare che “il presente sarà il passato di domani” (Ellis, 1962, p. 83) e quindi comunque provare a modificarle agendo nel presente.
Affermare una diretta e deterministica influenza del passato sui nostri comportamenti attuali, contraddice la nostra esperienza di vita. Siamo, infatti, organismi che hanno la capacità di apprendere per tutta la vita, come evidenziano gli studi sulla plasticità cerebrale (Cozolino, 2006).

Conclusioni

In conclusione, anche se gli eventi passati possono avere avuto un ruolo importante nel contribuire alla sofferenza attuale, rappresentano ancora un problema perché li facciamo rivivere continuamente nel presente. Forse può essere più utile concentrarsi su come oggi stiamo mantenendo vecchi schemi disfunzionali e agire per cambiarli, modificando concretamente il nostro passato.

BIBLIOGRAFIA

Agostino, Le confessioni, Brescia, La Scuola Editrice, (1966)
Baddeley, A. (1990), La memoria umana, Bologna, il Mulino, (trad.it.1995)
Cozolino, L. (2006), Il cervello sociale. Neuroscienze delle relazioni umane, Milano, Raffaello
Cortina Editore, (trad.it. 2008)
Ellis, A. (1962), Ragione ed emozione in psicoterapia. Roma, Astrolabio, (trad.it. 1989)
Merton R.K., (1942), Teoria e struttura sociale.Vol.I: Teoria sociologica, Bologna, il Mulino (trad.it. 2000)
Scilligo, P. (2003), Stati dell’Io e correlati neuronali. Psicologia Psicoterapia e Salute,Vol.9, No. 2,
pp. 107-124
Scilligo, P. (2009), Analisi transazionale socio-cognitiva, Roma, Las.
Young E. Y., Klosko S.J., Weishaar E. M. (2003), Schema Therapy. La terapia cognitivo
comportamentale integrata per i disturbi della personalità, Firenze, Eclipsi (trad. it.2007)



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