GROUNDING: cos’è e come può aiutarci
Grounding è un termine elettrico che indica un circuito ben collegato al suolo (messa a terra). In un circuito con un buon grounding, ogni dispersione di corrente è portata a terra in modo sicuro senza creare danno. In psicologia è la capacità di dirigere l’energia somatica verso terra, aumentando la sensazione di una base fisica di sostegno e, quindi, la nostra solidità, stabilità e sicurezza. Il grounding è la sensazione di connettersi al terreno, con il nostro corpo che risponde alla forza di gravità adeguandosi verso il basso. Nel linguaggio quotidiano usiamo diverse espressioni che si riferiscono al grounding: avere i piedi per terra, sentire il terreno sotto i piedi etc. Sentirsi grounded o radicati, quindi, vuol dire percepirsi stabili, in equilibrio, solidi e sicuri. Esperienze dolorose, tuttavia, possono minare la “nostra base di appoggio” portandoci a sentirci sradicati.
Sradicamento
Quando percepiamo una minaccia, sperimentiamo uno shock o ci sentiamo allarmati, sentiamo la terra venirci meno sotto i piedi. Non riusciamo a concentrarci, perdiamo il nostro equilibrio, il respiro si modifica, il corpo si contrae o collassa. Possiamo percepire una sensazione di “testa vuota” e di ottundimento. Ci sentiamo distraibili e non in connessione con noi stessi o il mondo che ci circonda. Facciamo i conti con il senso di sradicamento. Se questa tendenza diventa cronica, potremmo avere difficoltà a persistere nei nostri propositi, rimanere assorbiti nei nostri pensieri, sentirci al sicuro.
Iper-radicamento
L’altra faccia della medaglia è l’iper-radicamento, una condizione che porta a sentirci pesanti, trincerati o bloccati in un modo che ci impedisce di agire. Come se i nostri piedi spingessero fortemente verso il basso tanto da renderci poco flessibili: doveri eccessivi e responsabilità si riverberano a livello fisico. Todd (1937) osservava: “per ogni pensiero sostenuto da un sentire, vi è un cambiamento muscolare. L’intero corpo registra il pensiero emozionale”. Questo principio è anche alla base del rilassamento muscolare progressivo di Jacobson. Differenti posture sostengono differenti convinzioni e viceversa. Sradicamento, iper-radicamento e radicamento sono impressi nel corpo. Agendo sul corpo si può agire su convinzioni ed emozioni.
Radicamento: come costruirlo
A questo punto sarà chiaro che se siamo sradicati o iper-radicati, difficilmente riusciremo a rispondere in modo flessibile, adattivo ed efficace alle sfide della vita. Di seguito un piccolo esercizio che potrà aiutarci a sperimentare la sensazione di radicamento e l’effetto su pensieri, corpo ed emozioni.
FASE 1: prendi qualche minuto per portare la tua attenzione ai tuoi pensieri, alle tue emozioni e alle sensazioni nel corpo. Una volta fatto, annotale nello specchietto seguente:
Pensieri | |
Emozioni | |
Sensazioni del corpo |
FASE 2:
- Mettiti in piedi, scalzo e allarga la base di appoggio in modo che i piedi siano in linea con le spalle;
- Nota se i tuoi piedi sono girati in fuori o se puntano verso l’interno;
- Dondola lentamente da un lato all’altro, avanti e indietro notando come si distribuisce il peso in modo diverso sulla base dei piedi;
- Piega leggermente le ginocchia e spingi con la pianta dei piedi sul terreno. Concentrati sulle sensazioni nelle gambe e giù fino alla base dei piedi.
- Infine, stai fermo e immagina la forza di gravità che ti tiene a terra.
FASE 3: annota ora le differenze che noti nei tuoi pensieri, nelle tue emozioni e nelle sensazioni del corpo.
Pensieri | |
Emozioni | |
Sensazioni del corpo |
Conclusioni
Imparare a radicarsi può essere un’utile strategia da utilizzare quando percepiamo di sentirci disorientati, ansiosi, con la testa vuota. Con la pratica e il tempo, diventerà sempre più familiare e naturale e potrà essere utilizzata in diversi contesti: parlare in pubblico, sostenerci in un confronto interpersonale, dire “no” a richieste che non ci stanno bene. Tuttavia, come ogni strumento psicologico, non è la panacea contro ogni male. Sicuramente, una risorsa da provare e sperimentare.
BIBLIOGRAFIA
Ogden P., Fisher J. (2015), “La psicoterapia sensomotoria”, Trad. Ita. 2016 Raffaello Cortina, Milano.
Todd, M.E. (1937), “The thinking Body”, Dance Horizons, New York.