Favorire il cambiamento: conoscere, fare, ripetere

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Favorire il cambiamento: conoscere, fare, ripetere

In che modo è possibile stimolare il cambiamento? Perché è così difficile cambiare anche se ci rendiamo conto che sarebbe utile farlo? Quali i passi da fare per modificare i nostri comportamenti? Per capirlo, è importante partire da qualche semplice, ma essenziale informazione sul funzionamento del nostro cervello.

Neuroplasticità cerebrale

Un dato confermato dagli studi sulla neuroplasticità cerebrale è che siamo organismi che hanno la capacità di apprendere per tutta la vita (Cozolino, 2006). Con il termine “neuroplasticità” si indica la possibilità del nostro cervello di modificare le sue connessioni neurali. Il nostro cervello, infatti, è composto da cellule chiamate neuroni. Una minuscola porzione di tessuto cerebrale, grande come un granello di sabbia, contiene all’incirca 1.000.000 di neuroni. Complessivamente il nostro cervello contiene circa un centinaio di miliardi di neuroni. I neuroni non si toccano fra di loro, ma comunicano attraverso uno spazio chiamato sinapsi, rilasciando al loro interno un “messaggero chimico” chiamato neurotrasmettitore. È il neurotrasmettitore che consente la comunicazione fra i neuroni. Ma cos’ha a che vedere tutto questo con il cambiamento?

Come l’apprendimento modifica il cervello

Nell’ambito delle neuroscienze si dice: ”i neuroni che si attivano insieme, si collegano insieme” (Siegel, 2010). Ma cosa significa? Donald Hebb, elaborò il cosiddetto apprendimento hebbiano o regola di Hebb (1949). Secondo questo modello, noi apprendiamo nuove informazioni formando nuove connessioni sinaptiche fra i neuroni. In che modo? Quando due neuroni vengono accessi contemporaneamente in diverse occasioni, il loro legame diventa sempre più forte. È un po’ come camminare su di un prato percorrendo sempre lo stesso tragitto. Iniziamo a tracciare un sentiero, ma è solo passandovi più volte che l’erba lo lascerà intravedere. Per favorire il cambiamento, è dunque importante creare nuove connessioni e rinforzarle.

Creare nuove connessioni

Ci sono almeno due modi per creare nuove connessioni sinaptiche: apprendere cose nuove e fare nuove esperienze. Apprendere, è creare nuove connessioni; ricordare e ripetere, è rinforzarle. Pertanto, se ripetiamo la stessa routine di pensieri e comportamenti, rinforzeremo i circuiti già cablati, mantenendo lo status quo. Rinforzeremo automatismi che entreranno a fare parte della nostra memoria implicita, sotto forma di abitudini (LeDoux, 2015; Bear et al, 2001). Da un punto di vista neurologico, tenderemo a ripetere gli stessi schemi proprio perché “neurologicamente e chimicamente familiari”. E, allora, che fare?

I passi del cambiamento

Alla luce di quanto detto, per creare cambiamento e quindi nuove connessioni neurali, sono fondamentali alcuni passi, non necessariamente nell’ordine proposto:

  1. Apprendere nuove informazioni;
  2. Fare nuove esperienze;
  3. Ripetere quanto appreso ed esperito.

Recenti studi nell’ambito delle neuroscienze, sottolineano l’importanza di individuare nuove esperienze che disconfermino le aspettative di precedenti apprendimenti immagazzinati nella memoria implicita, come ingrediente per promuovere un cambiamento duraturo (Ecker et al, 2012).

Conclusioni

Il processo di cambiamento richiede muoversi in territori ignoti. Nuove informazioni ed esperienze permettono di aggiornare i nostri circuiti neurali e ricablare il nostro cervello. Non è un processo facile e immediato. Ci vuole tempo. Il cervello cambia lentamente, attraverso incrementi graduali. I circuiti devono accendersi molte volte per creare una nuova via neurale affidabile, che poi porterà ad una differente reazione. “Detto, fatto”, non ci condurrà dove vogliamo andare. Sono necessari tempo, sforzo e perchè no, anche una buona dose di coraggio. Coraggio per lasciare la strada vecchia, conosciuta e tranquillizzante, per la nuova, sconosciuta e talvolta un po’ temuta. È quest’ultima, tuttavia, l’unica in grado di aprirci al cambiamento.

BIBLIOGRAFIA
Baddeley, A. (1990), “La memoria umana”, Bologna, il Mulino, (trad.it.1995)

Bear F. M., Connors W., B., Paradiso A. M. (2001), “Neuroscienze. Esplorando il cervello”, Milano, Masson (trad.it. 2003).

Cozolino, L. (2006), “Il cervello sociale. Neuroscienze delle relazioni umane”, Milano, Raffaello Cortina Editore, (trad.it. 2008)

Dispenza, J. (2007), “Evolvi il tuo cervello. Come uscire dal vecchio programma”, Cesena, Macro, (trad.it. 2008)

Ecker B., Ticic R., Hulley L., (2012), “Sbloccare il cervello emotivo. Eliminare i sintomi alla radice utilizzando il riconsolidamento della memoria”, Milano, Franco Angeli (trad.it. 2018).

Hebb, D. O. (1949), “The organization of behavior: a neuropsychological theory”, Wiley.

LeDoux J. (2015), “Ansia. Come il cervello ci aiuta a capirla”, Milano, Raffaello Cortina (trad.it. 2016)

Siegel D. (2010), “Il terapeuta consapevole. Guida per il terapeuta alla Mindsight e all’integrazione neurale”, Sassari, ISCE, (trad.it. 2014).



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