Che cos’è la Terapia
Cognitivo-Comportamentale?
“Mi hanno consigliato la Terapia Cognitivo-Comportamentale. Lei la fa?”. E’ questa una richiesta che in più di un’occasione mi capita di ricevere da chi, su indicazione del medico di base, di amici o di medici specialisti, mi contatta. Nel tempo mi sono fatto l’idea che, talvolta, da una parte non ci sia molta chiarezza su cosa si trovi dietro l’etichetta “Terapia Cognitivo-Comportamentale” (TCC) nonostante la larga diffusione del termine; dall’altra che venga proposta come una sorta di panacea per ogni problema psicologico perché “efficace, rapida e supportata dalla ricerca”, come è solito trovare scritto in ogni sito che ne tratta. L’obiettivo di questo breve articolo è, pertanto, quello di toccare alcune questioni legate alla TCC e fornirne un quadro un pò più articolato.
Bugia patologica: i tanti volti di Pinocchio
Alzi la mano chi non ha mai detto una bugia… Mentire, infatti, è un’esperienza umana e come ogni esperienza umana incuriosisce perché parla di noi. Esistono differenze fra le bugie? Cosa spinge una persona alla bugia? Quanti “attori” richiede una bugia?
“Tu non mi capisci!”: gli stili di comunicazione inefficaci
Sentirsi compresi e accolti nelle proprie difficoltà è un aspetto importante dell’esperienza umana. Chi ha avuto la fortuna di incontrare persone con la capacità di ascoltare in modo attento e interessato, può avere un’idea di quanto questo possa essere importante per alleggerire il peso di piccoli e grandi problemi.
Indecisione: quando scegliere diventa difficile
L’ indecisione, l’ambivalenza, la difficoltà a scegliere fra diverse alternative è una condizione normale dell’esperienza umana e attraversarla è una fase naturale del processo di cambiamento (Miller e Rollnick, 2002).
Bene e male: un confine illusorio
Molti individui possono agire in modo brutale nei confronti dei propri simili. Basti pensare ai carnefici dei lager nazisti, ai massacri in Ruanda o a quelli di Srebrenica durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina nel 1995. Come può essere accaduto? E’ soddisfacente la spiegazione che etichetta come criminali, malvagi e mostri gli esecutori?
Ruminazione: uscire da una buca continuando a scavare
“Perchè mi sento così?”, “cosa significa questo?”, “qual è la causa?”, “se avessi fatto diversamente, ora le cose sarebbero diverse?” e così via in una spirale di pensieri che sembrano rincorrersi l’un l’altro sfuggendo al nostro controllo.
Paura, rabbia, tristezza: un legame invisibile
Un’emozione tra rabbia, tristezza o paura vi risulta più familiare in quanto sperimentata con maggiore frequenza? Secondo l’analista transazionale George Thomson, ciò accadrebbe perché rabbia, tristezza e paura costituirebbero una sorta di sentimento complesso a tre facce di cui riusciamo e vederne soltanto una. Inoltre, ci sarebbe un rapporto tra queste emozioni e il tempo.
Accettazione come cambiamento
La maggior parte degli scritti sulla psicoterapia sottolineano l’obiettivo del cambiamento: modificare il comportamento, l’umore, le abitudini difensive, le preoccupazioni evolutive di una persona e così via. Un aspetto della psicoterapia sottolineato meno di frequente è l’adattamento a quelle caratteristiche della vita che non possono essere modificate, incluso lo sviluppo di strategie atte a compensare realtà immodificabili (McWilliams, 1999).
Ordine e disordine:il bisogno di controllo
Gregory Bateson (1977) nel libro “Verso un’ecologia della mente” parla dei “metaloghi”, vale a dire conversazioni su un argomento problematico che l’autore immagina tra un padre ed una figlia.
Consapevolezza e cambiamento
Non è raro, durante le sedute di terapia, ascoltare frasi del tipo:”Sono perfettamente consapevole della causa dei miei problemi, ma non riesco a cambiare!”. Un’affermazione come questa sembra tradire un implicito, cioè che la comprensione della natura e delle fonti del problema sia la chiave del cambiamento.